LEICA SL E IL RITRATTO IN LOCATION CON LUCE ARTIFICIALE MISTA A LUCE NATURALE.
di Pietro Baroni
Qualche mese fa ho passato un pomeriggio su un terrazzo nella periferia di Rio de Janeiro, a Madureira.
Era il set designato per una serie di ritratti ad artisti del movimento “Geraçao Tombamento”, un gruppo che difende i diritti delle minoranze e delle categorie più svantaggiate in Brasile: donne, neri, LGBT people.
Era la prima volta che testavo la mia Leica SL in una situazione in cui mi dovevo muovere da solo, senza assistente, con luci esterne, abbastanza carico di materiale, in un luogo difficile da raggiungere.
E devo dire che è stato molto più agile di quello che pensavo.
Impostando un’apertura tra i 7,1 e 10 e tempi 1/125 ho sempre mantenuto una profondità di campo che mi permetteva di avere a fuoco i soggetti e una lettura concreta dello sfondo.
Il flash di riempimento (su stativo e bank leggero) mi ha permesso di eliminare ombre fastidiose sui volti e sulle figure dei soggetti.
La luce era molto dura e le ombre decise sono scomparse con la luce artificiale che in queste occasioni è un supporto validissimo.
Ci sono luci che costano anche poco e con una spesa relativa i ritratti acquistano grande autorevolezza e bellezza estetica.
In poco spazio ho sempre cercato angoli diversi per dare la giusta differenziazione di sfondo e mi sono trovato molto bene con il Leica Vario-Elmarit-SL 24-90mm f/2.8-4 perché in velocità ho potuto realizzare ritratti ambientati e altri più stretti.
Solitamente non amo gli zoom ma in questo caso vista l’elegante qualità a qualsiasi apertura di questa ottica ho trovato davvero comodo e veloce usarlo.
È molto importante essere fantasiosi se si ha a disposizione una sola location e devi ritrarre molti soggetti diversi: muri, props che si trovano sul posto, sfondi differenti, punti di ripresa, lunghezze focali più sono diversificati più il servizio è completo e vario.
In un servizio di questo tipo altra cosa fondamentale è alternare ritratti ambientati con alcuni più stretti per dare movimento al progetto.
Ovviamente se lo scopo è raccontare in questo modo.
Se invece il lavoro prevede un concetto “seriale” conviene sempre lavorare con la stessa distanza focale e (a volte) lo stesso sfondo. In questo modo lo sfondo diventa “neutro” e il soggetto prende prepotentemente il sopravvento.
Un ultimo pensiero riguarda lo sguardo delle persone ritratte. Sembra banale ma aiuta molto anche scegliere di alternare sguardi in camera a sguardi laterali, volti frontali a volti di profilo.
Più si usa la fantasia e si diversificano le singole fotografie più il progetto dà una sensazione di movimento e gradevolezza.
© Pietro Baroni
Le foto che vengono mostrate nella Galleria mostrano una selezione leggermente “ampia” in modo che ognuno di voi si possa fare una propria idea della differenza che può esserci fotografando lo stesso soggetto in maniera differente.