Eddie Adams
“Saigon Execution”
“Saigon Execution”
Tra i tanti premi che le sono stati assegnati, la fotografia di Eddie Adams (The Associated Press) che fissa l’istante nel quale il generale della polizia di Saigon Nguyen Ngoc Loan uccide un sospetto vietcong per strada (Vietnam del Sud, Primo febbraio 1968) è stata Premio Pulitzer per la fotografia 1969 e World Press Photo of the Year 1969 (sul 1968): un riconoscimento al fotogiornalismo che tanto spesso (troppo spesso?) sottolinea il dolore dell’esistenza.
Saigon, Primo febbraio 1968. Una delle icone della Storia della fotografia: il capo della polizia del Vietnam del Sud, generale Nguyen Ngoc Loan, giustizia per strada, sommariamente, un prigioniero Vietcong (sospettato), Nguyen Văn Lém. ©Eddie Adams
Per quanto sia sempre opportuno prendere le distanze dalle celebrate “fotografie che hanno cambiato il mondo” (“avrebbero cambiato il mondo”), perché -il più delle volte- si tratta soltanto di fotografie di avvenimenti “che hanno cambiato il mondo”, questa di Eddie Adams (Edward Thomas Adams; 1933-2004) è autenticamente una delle “fotografie che hanno cambiato il mondo”. La compagnia non è folta, quantomeno lo è meno di quanto qualche raccolta cerchi di fare credere. Soprattutto, come altre fotografie autenticamente epocali, raffigura e rappresenta un episodio sostanzialmente quotidiano, quantomeno in guerra, e non un accadimento stravolgente, quantomeno in guerra.
In Vietnam per l’Associated Press, Eddie Adams ha colto l’istante nel quale il capo della polizia del Vietnam del Sud, generale Nguyen Ngoc Loan, giustizia per strada, sommariamente, un prigioniero Vietcong (sospettato), Nguyen Văn Lém, il Primo febbraio 1968, nei primi giorni della celebre offensiva del Têt. Di questa esecuzione sommaria esiste anche un filmato giornalistico (sotto).
Anni dopo, Eddie Adams ebbe a constatare che «Il generale uccise il Vietcong; io uccisi il generale, con la mia macchina fotografica».
Ho conosciuto Eddie Adams alla fine del 1992. Abbiamo trascorso una piacevole serata newyorkese a parlare di fotografia. A una condizione: che non si tornasse a quell’immagine, che ha/aveva condizionato la sua esistenza. Tanto è vero che, per liberarsi dai propri fantasmi, Eddie Adams aveva cambiato completamente personalità professionale. Da tempo, si dedicava all’illustrazione redazionale, e in quell’occasione mi regalò una cartolina ricavata da una sua fotografia: Clint Eastwood di spalle, con soprabito lungo e pistola, immagine simbolo del film Gli spietati, interpretato e diretto appunto da Clint Eastwood (dai tempi di Sergio Leone, cult generazionale).
In ogni caso, Eddie Adams, convinto assertore della legittimità dell’intervento statunitense in Vietnam, confessò la sua sorpresa per lo scalpore creato dalla sua fotografia, che influì considerevolmente sull’opinione pubblica americana, alimentando gli schieramenti e le opinioni contro la guerra. Sì, gli ho fatto notare, statisticamente, gli americani possono anche essere favorevoli alla pena di morte… ma dopo un processo legittimo, non con esecuzione sommaria, che ricorda troppo i linciaggi di triste memoria.
Maurizio Rebuzzini
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