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IL PALIO DI SIENA, LA TRATTA

di Cristiano Zabeo

La tratta, così è chiamata a Siena la scelta per l’assegnazione dei cavalli alle contrade che precede la corsa.

Avviene tre giorni prima del Palio ed ha un che di mistico, dall’arrivo dei cavalli alla fine, quando il barbaresco (il contradaiolo che si prende cura del cavallo) conduce l’animale alla stalla.

L’appuntamento è mattiniero, ci si trova il 29 giugno per il Palio della Madonna di Provenzano alle 7.30 in Piazza del Campo, dove i cavalli arrivano condotti a mano dai proprietari dalla vicina piazza del mercato. Sono una trentina, mentre le persone che progressivamente affluiscono da tutti i punti della città sono molte, molte di più. Ad uno ad uno i cavalli vengono visitati da un’équipe veterinaria nel cortile del Podestà del Palazzo Comunale e viene assegnato loro un numero.

Terminate tutte le operazioni di controllo la piazza viene chiusa e, divisi in batterie, i cavalli vengono fatti correre affinché i capitani delle contrade possano valutare il loro comportamento in pista. Tre giri per batteria, dei trenta esemplari iniziali ne vengono scelti dieci che saranno poi assegnati per estrazione: è a questo punto che a chiunque, tanto a chi fa del Palio di Siena una liturgia quanto ai profani, risulta chiaro quanto la fortuna faccia la sua parte. Le contrade a cui viene assegnato un cavallo buono (o addirittura un bombolone, un esemplare molto forte) esplodono in una manifestazione di gioia assoluta e perfetta ed è forse questo l’aspetto che più mi ha colpito. Mi pare che a parole potrei raccontarla così, come la capacità del Palio di unire in una pancia collettiva, dentro cui tutti provano all’unisono la stessa emozione in risposta ad un codice tramandato di padre in figlio, con un grande senso di comunità che mi ha molto impressionato. Me ne sono accorto mentre scattavo: per me è stato abbastanza semplice rinunciare a dovermi concentrare su una situazione particolare, perché al Palio di Siena tutto fa parte del tutto, il dettaglio per la cosa, il singolo per la contrada. I cavalli stessi sono parte della contrada quanto le persone e il soggetto che si fotografa è, a mio parere, una grande famiglia.

Per seguire la tratta ho utilizzato la mia Leica m Monochrom typ246 con un summicron 35mm e un elmarit 28mm, utilizzati a F16, in iperfocale e valori ISO tra i 2000 e 3200.

www.cristianozabeo.com

© Cristiano Zabeo

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