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Frammenti di Sicilia

di Angelo Cirrincione

Vi è mai capitato di guidare in una strada in senso opposto e contrario a quello che avevate sempre percorso, considerarla estranea e al tempo stesso familiare?

Oppure sedervi in un punto della casa nel quale non vi eravate mai soffermati e osservarne gli spazi, scoprire nuove geometrie e nuovi scorci.

Perché questa premessa? Spesso anche sulla strada più battuta si può ritrovare l’inesplorato, con grande stupore e soddisfazione, infatti, sono rimasto incantato da una serie di vedute dell’entroterra siciliano, che non avevo mai notato o potuto vedere.

Quelli qui riportati sono dei “Frammenti di Sicilia” che ho ritrovato durante alcune uscite fotografiche.

Per frammenti intendo anche piccole storie, piccoli momenti, piccoli angoli di remoti paesi della Sicilia più interna e più intima.

Pensavo, sbagliando, che oramai tutto il territorio fosse battuto soprattutto dal punto di vista fotografico; impossibile vincere gli archivi dei grandi fotografi, impossibile eguagliarli.

Ho trovato straordinario il tempo congelato di alcune realtà, il tempo che ha voluto conservare ancora qualcosa di quella Sicilia rintracciabile nei tratti somatici, nei toni e nei modi di fare.

I paesi si svuotano. Alcuni hanno pochissimi abitanti. Le tradizioni rimangono però ferree, certamente alterate in molteplici aspetti, perché i tempi ti impongono e esigono dei cambiamenti, ma in alcuni paesi vedere ancora bambini ”Carusi”,  litigare per portare stendardi religiosi o “u zu Franco” a 93 anni salire su di un campanile stretto ed angusto con in cima solo lo spazio per una sedia per suonare le campane durante la processione o tutte le domeniche, desta ancora sensazioni uniche.

Tutto sembra straordinariamente finto ma non lo è. Un tempo immobile.

In queste fotografie ho cercato spesso l’essenza della scena, senza inquinamenti dati dalla modernità. Ho usato la mia Monochrom, con un 28mm ed un 35mm come macchina del tempo, la scelta che cade su questa macchina non è casuale, la restituzione in termini di qualità che il file dona ti rende partecipe di uno sviluppo digitale così elastico da riuscire ad avere un’ampiezza nella lavorazione che ti avvicina molto al tempo che piacevolmente si perdeva in camera oscura. Non dico che sia la stessa cosa, ovviamente, ma la grande gamma ritrovata nello scatto grezzo ti mette in mano un potenziale che ti può far solo divertire. Confesso, che mi sarebbe piaciuto fotografare in un’epoca meno caotica e non satura dal punto di vista fotografico, in questo caso la Monochrom mi ha dato una mano facendomi sentire immerso in un bianco e nero di altri tempi.

Trovare in qualche scatto una storia che si sarebbe potuta verificare qualche decina di anni fa e non trovare differenze se riporti in didascalia come data 2017 rispetto a 1965 ha reso alcuni momenti davvero emotivamente significativi.

Ho deciso di continuare questo viaggio nel tempo raccogliendo questi frammenti che trovo sparsi in alcuni centesimi di secondo che poi diventano salti temporali molto più lunghi.

Lo sai quando trovi uno scatto, lo avverti quando stacchi l’occhio dal mirino, sai che quello è il premio per aver sgombrato la mente.

© Angelo Cirrincione

www.milkstudio.eu

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