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Una Leica M a Cork

di Andrea Boccalini

Fotografare non significa solamente realizzare immagini, ma è anche una porta grazie alla quale entrare in contatto con nuove realtà e nuove storie. Soprattutto ti guida a trovare percorsi differenti alla scoperta di nuovi posti, alla ricerca dell’immagine o nell’attesa che l’immagine si concretizzi all’interno del fotogramma. La fotografia è attesa, e l’attesa significa rallentamento dei ritmi e quindi la possibilità di entrare in profondità nelle realtà con cui ci si confronta per la prima volta.

Cork è una cittadina dell’Irlanda ricca di tradizioni, di musica e cultura che si respira negli edifici nei volti e nei momenti che ne scandiscono la quotidianità. Una settimana fa ci sono arrivato per la prima volta e mi sono ritrovare a camminare nelle sue strade immerso nei suoi colori, in balia del tempo che cambia velocemente, e soprattutto travolto dalla sua gente, anglosassoni con l’indole latina. Nonostante spesso lavori in bianco e nero, il colore in questa città mi è sembrato il linguaggio fotografico più naturale per raccogliere un diario per immagini delle prime impressioni e sensazioni restituite da questi luoghi. La combinazione tra obiettivi M (ho usato prevalentemente un Summilux-M 35mm) e la Leica M (Typ 262) restituisce immagini con caratteristiche molto simili alla pellicola, distante dall’effetto rendering digitale che oggi molte macchine tendono ad ottenere.

Non amo la perfezione digitale e solo nelle immagini realizzate dalla Leica M riesco ancora trovare il carattere della pellicola. L’immagine ha qualcosa di vivo e di materico che oramai spesso si perde in micro contrasti esasperati, latitudini di posa infinite, come se anche la realtà venisse interpretata dal processore all’interno della macchina fotografica. Ma la M grazie alle sue lenti riesce a gestire, senza perdere la sua personalità, anche le condizioni di luce più estreme. Quindi, sia che ci si ritrovi a comporre le immagini seguendo gli spazi creati dalla luce e, al loro interno, incastrare i forti contrasti cromatici che caratterizzano le strade di questa città, sia che ci si ritrovi a fotografare con un cielo nuvoloso che esaspera la saturazione di alcuni colori, la Leica M riesce ad adeguarsi ad ogni condizione di scatto per trarne il meglio.
Nelle immagini con inquadrature più ampie, anche se gli spazi fotografici creati dalla luce potrebbero cambiare gli equilibri della composizione, come accadrebbe sicuramente in BN, basta un cenno di colore forte, anche in lontananza, a guidare l’occhio dove vogliamo. Le linee create dai colori vanno gestite con la stessa attenzione con cui in BN dobbiamo gestire gli spazi e le linee create dall’alternanza tra luci e ombre o dalle linee degli spazi architettonici. Quindi, il colore diventa un elemento in più da gestire per creare la porzione di realtà che intendiamo riprodurre, all’interno della quale aspettiamo che prendano vita le nostre sensazioni o semplicemente gli squarci di vita ce si presentano e si compongono all’interno del nostro telemetro.

www.andreaboccalini.it

©Andrea Boccalini

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