Una giornata al Mugello
di Andrea Boccalini
Sebbene non sia un tifoso, il mondo dei motori mi appassiona molto, soprattutto la MotoGP, perché mantiene ancora quel fascino e quella spettacolarità che a mio parere la F1 ha in parte perso. Quando ho ricevuto un invito ad assistere al gran premio del Mugello non ci ho pensato due volte ad accettare. Mi sono portato dietro la mia Leica M Monochrom (Typ 246) con un Summicron-M 28mm e un Summilux-M 50mm.
Arrivato al circuito ho capito che la magia di quel posto non sono solamente i piloti, ma l’atmosfera che si respira intorno. Il business che gira intorno ai piloti, al mondo scintillante che li circonda sono marginali rispetto ad un’atmosfera che ha il sapore popolare dei raduni animati solo dalla passione scevra da qualsiasi interesse, quei raduni dove respiri l’aria di partecipare ad un rito collettivo, che senza quel clima da sagra, da festival musicale, quella voglia di stare insieme che fa superare qualsiasi scomodità dal caldo alla vita da campeggio probabilmente non esisterebbe. 160.000 mila persone a tifare per tutto e tutti, al netto del rancore ancora acceso per Lorenzo, Valentino Rossi è un mito. È lui il celebrante di questa messa laica, ma poi si festeggia lo stesso per la vittoria di Dovizioso anche se Rossi arriva solamente quarto.
Ho cercato in poco tempo di immedesimarmi in quel clima, di percorrerlo, grazie ad una luce particolarmente fortunata sottolineata dal bianco e nero e di renderlo epico, di renderlo ironico, estenuante, a modo suo “assurdo” nel senso più alto del termine, per dare un senso all’inspiegabile. In considerazione della luce ho lavorato con ISO alte (800/1600) per poter scattare in iperfocale. Inoltre ho preferito avere un diaframma chiuso e un tempo di scatto molto veloce per essere reattivo e pronto ad ogni evento imprevisto. Oltre a questo volevo la massima profondità di campo per inserire i soggetti in un contesto che, a differenza di come mi capita di solito, volevo fosse presente e leggibile.
Questo è il mio happy hour al Mugello, trascorso su quelle colline dove l’urlo della folla si mischia ai profumi di grigliate, al rumore assordante dei motori, dove non sai più chi sia l’eroe: se il pilota o quella massa immensa di persone che dà senso alle sue gesta.
© Andrea Boccalini