• Twitter
  • Facebook
  • Instagram
  • Mail
Leica Lab
  • Home
  • Leica Tech Talk
  • Leica World
    • Leica History
    • Leica Talent Hall of Fame
    • Masters of Photography
  • Leica Promozioni
  • Contatti e informazioni
    • Lavora con noi
  • Cerca
  • Menu Menu

Locomotive Jazz Festival

di Andrea Boccalini

Fotografare il jazz non era semplicemente fotografare musica, ma nel ritmo di quella musica c’era il brusio sempre più forte delle istanze di lotta sociale che cominciavano a creare delle crepe nelle certezze dell’America ancora segregazionista. Nei bassifondi delle città si aprivano nuovi mondi melodici e ritmici, le gerarchie sociali venivano ribaltate, e sul palco a tenere le fila e a decidere su quel microcosmo c’erano coloro che nella quotidianità vivevano ai margini.

Oggi molto è cambiato, e raccontare il legame tra il jazz e la società in cui si muove non è più così semplice perché quel legame si è assottigliato, non è più così evidente.

Il jazz è diventato un genere musicale globale, si evolve e cresce anche a prescindere da ciò che accade intorno, o mutando a secondo delle culture musicali che intercetta. Nella parte itinerante del Locomotive Jazz Festival, gli echi del Salento si respiravano nell’idea del viaggio di un festival che non si chiude non solo nei teatri, ma che interagisce e dialoga con gli spazi, i luoghi e le tradizioni del luogo in maniera stretta. Al punto che non saprei se dire se come accade nei festival musicali i luoghi fanno da cornice alla musica, o se invece stavolta non sia la musica a fare da cornice al Salento e che sia uno strumento per scoprirlo, sentirlo e viverlo in una maniera del tutto nuova.

Siamo partiti dalle campagne fino ad arrivare alla città e le sue periferie, animate nei centri estivi dalle associazioni “Baraonda”, “Lea”, “Straccetti” e dall’associazione “Hakuna Matata Clown”.

Ho quindi deciso di fare una selezione delle immagini realizzate in questa settimana per raccontare e rendere visibile questa dinamica attraverso un editing che finisce prima delle serate finali all’anfiteatro di Lecce.

Nel racconto che ho voluto realizzare, i luoghi con le proprie dinamiche umane diventano i protagonisti, la musica è il ritmo e la colonna sonora di questo viaggio cominciato con l’unica tappa geograficamente non salentina ma salentina nell’anima, un giro su un treno a vapore del 1930 da Bari a Matera.

Nella quiete degli spazi irrompe il jazz nelle sue varie sfaccettature, e per sottolineare questa alternanza ho deciso di realizzare le immagini dei concerti in bianconero e le altre a colori.

Ho utilizzato una Leica M10 con due obiettivi, un Summicron 28mm e un Summilux 50mm, e una Leica SL con l’obiettivo zoom 24-90. Ammetto che mi è mancata un po’ la Monochrom, sia per suo bianconero straordinario sia per le ragioni affettive che potete immaginare, ma sia la SL che la M10 nella conversione in bianconero sono state eccellenti e mi hanno consentito di lavorare in maniera piuttosto veloce. Ovviamente con scelte di inquadratura ed esposizione, sapendo che le avrei poi convertite in bianconero.

Quindi come già accennato ho fatto una scelta molto radicale, alternando colore e bianconero, sebbene grazie alla resa cromatica davvero impressionante delle due macchine, alcune volte nel dover convertire in bianconero soffrivo, come ad esempio al concerto dell’alba di Marina di Tricase con Noa, o anche sui palchi davvero ben illuminati, dove entrambe le macchine anche con luci non semplici hanno dato risultati sorprendenti, sia nel gestire i contrasti – spesso molto forti – sia nei toni dei colori che con le luci led spesso si appiattiscono dando vita a chiazze invece di sfumature e plasticità. Qualsiasi fosse il colore della luce mi trovavo con immagini ricche di sfumature e file facilmente gestibili, anche nel caso dei famigerati led rossi.

Ma l’idea era quella di scattare in BN, quindi la ricerca del controluce, la gestione dello spazio molto geometrica, lo stacco dei piani cercato attraverso il ritmo di luce e ombre, sono state tutte scelte legate alla idea finale dello sviluppo del file.

Durante il Locomotive Jazz Festival viene consentito ai fotografi accreditati di muoversi liberamente anche ai lati del palco, nei primi concerti lo si può riprendere addirittura di spalle.

Questo mi ha consentito di offrire un punto di vista nuovo rispetto a quello del pubblico, determinato non solo dalla lunghezza focale – come accade quando il fotografo può muoversi solamente ai margini del boccascena – ma determinato dalle gambe del fotografo che può muoversi tra una serie di scelte molto più ampia che ne valorizzano l’autorialità.

Una nota agli organizzatori di altri festival: nonostante questa libertà non ci sono state lamentele del pubblico o dei musicisti, mai uno scatto rumoroso in un momento sbagliato, forse viene da pensare che se i fotografi non vengono trattati come animali in gabbia ne guadagna la fotografia ed anche il rapporto tra festival e fotografi.

Quindi ecco il mio viaggio intorno a questi due mondi riassunto in questo breve racconto: due mondi che si intrecciano, magari dialogano, ma soprattutto che si arricchiscono reciprocamente. Cosa chiedere di più, prima di una “pizzetta e birretta” quando il cielo comincia ad albeggiare…

© Andrea Boccalini

www.andreaboccalini.it

Share on Facebook
Facebook
Pin on Pinterest
Pinterest
Tweet about this on Twitter
Twitter
Share on LinkedIn
Linkedin

Scopri gli ultimi articoli pubblicati sul Leica LAB

Alessandro Mallamaci, Leica TL2, una prova sul campo.

Alessandro Mallamaci, Hai mai provato lo sguardo lento?

Stefano Mirabella, Crop o non Crop?

Maurizio Beucci, Il mito della borsa perfetta

Carica di più
Copyright - 2013-2018 © Leica Camera Italia Srl | Via Mengoni 4 - 20121 Milano | P. IVA 07767900967 | Capitale Soc. € 10.000 | N° REA 1980519
Pietro Baroni, Leica Q e SL a Białowieża. In Polonia nella casa del Bisonte... Alessandro Mallamaci, Vicini o lontani?
Scorrere verso l’alto
X