Fotografare una leggenda, Andrea Agassi
di Andrea Boccalini
La fotografia di scena è stato l’ambito fotografico che immediatamente dopo il reportage ha scandito il mio percorso fotografico, a seguire poi è arrivata la ritrattistica. Teatro, opera, quindi jazz, ma non solo.
Recentemente sono stato chiamato per le foto di scena e pubblicitarie sui set dello spot per Galbani Francia, e per le foto di scena e di PR del nuovo spot Lavazza con Andre Agassi girato a Sutri, una bel borgo del viterbese. Entrambi gli spot sono stati girati da Michael Haussman autore di videoclip tra i più importanti al mondo, ha lavorato con Madonna, Chemical Brothers, Kenie West, Justin Timberlake e molti altri, ed è autore di alcune delle campagne pubblicitarie più iconiche di Levis e Bulgari oltre che della campagna della United Airlines diventata virale per le olimpiadi di Rio.
Uno dei più grandi insegnamenti che ho ricevuto nella fotografia di scena, oltre a guardare le immagini dei grandi maestri, mi è arrivato quando venni scelto da Peter Stein per il suo adattamento ciclopico dei Demoni di Dostojevsky, in una messa in scena di dieci ore e considerato da molti una pietra miliare nella storia del teatro. Mi disse che il più grande limite del teatro è il boccascena, una sorta di muro che interrompe lo scambio tra pubblico e attori, interrompendo il flusso della vita che scorre in un teatro. Quindi anche nelle foto di scena va ritrovata questa relazione e che non bisogna mai fermarsi a ragionare solamente dentro il palco. Un insegnamento che ho messo in pratica anche nello spot Lavazza nel raccontare il suo backstage e la scena. Ho alternato immagini off e immagini in cui la macchina è in moto e in cui occorre mettere in relazione ciò che accade fuori e dentro il set, sia nei momenti in cui la macchina gira e sia nei momenti in cui il ciack è stato dato.
Il set era sulla piazza del paese, quindi un bello spunto era fornito anche dalle reazioni della gente che assisteva incuriosita alle riprese.
Concentrarsi su tutti questi aspetti con una leggenda sul set come Agassi, non è semplice, ve lo assicuro.
Basta un attimo di distrazione per ritrovarsi a scattare solamente immagini di lui, la tentazione per me che sono da sempre un suo ammiratore è stata davvero molta. Per scattare ho usato una Leica SL. Veloce, reattiva e silenziosissima.
Non sapendo bene in quali condizioni mi sarei trovato a scattare ho scelto di portare con me una Leica SL perché sapevo che avrebbe risposto al meglio anche nelle condizioni più critiche, di luce, di distanza dalla scena e soprattutto non avrei perso il sapore unico che hanno le immagini che nascono dalla combinazione lente sensore delle Leica. Inoltre dovendo girare anche qualche piccolo take sapevo che la sua qualità video è la migliore che una macchina fotografica può restituire oggi sul mercato. Insieme, ho sempre avuto con me una Leica M con un 35 mm da usare in ogni istante, anche nelle pause, e per raccogliere qualche storia o momento lontano dalla scena.
Come mi aspettavo, la SL si è rivelata mostruosamente veloce, mai un sussulto, immagini con una latitudine di posa immensa che anche nelle scene con un forte controluce mi consentiva di gestire al meglio le aree illuminate e quelle in ombra potendo poi intervenire su entrambe. Inoltre le dinamiche tonali molto ricche anche nelle conversioni in BN mi hanno consentito di avere una scala di grigi molto ampia, quindi la materia grezza per un BN davvero straordinario e ottenuto rapidamente.
Sono pigro di indole e adoro quando i dng hanno un’ottima qualità e necessitano solo di un passaggio veloce in camera chiara e non sapete quanto. Lo zoom 24 90 che ho usato mi ha stupito, a qualsiasi lunghezza focale lo abbia utilizzato e a qualsiasi apertura di diaframma, non c’è mai stata perdita di nitidezza e la qualità è sempre rimasta inalterata su tutto il fotogramma fino ai bordi.
Quando vi trovate a lavorare con un vostro mito, come Agassi, su un set importante, avere la certezza che la macchina che utilizzate vi porterà sempre dovunque vogliate è davvero rassicurante, ed il viaggio che vi farà fare è davvero emozionante, dall’inizio alla fine.
©Andrea Boccalini