NELLA MIRIADE DI FOTO FATTE, QUELLA GIUSTA LA RICONOSCI AL MOMENTO DELLO SCATTO?
di Alessandro Cinque
Torno a casa di fretta, accendo il pc e riguardo le centinaia di foto scattate durante la giornata; ma già so quella che sto andando a cercare.
Tra i numerosissimi scatti della medesima situazione che oggi un fotografo professionista ha la possibilità di effettuare, ne rimane uno, quello buono, riconoscibile fin dal principio.
Osservo la situazione, mi intriga, incuriosisce, mi avvicino. Cerco la prospettiva giusta, cerco di farmi conoscere, capire: desidero esserci, senza disturbare la scena. Inizio a scattare, cambio angolazione, punto di vista; aspetto, mi piego sulle ginocchia, mi sposto verso sinistra.
Cerco il momento in cui i differenti fattori che hanno attirato la mia attenzione si mescolano insieme, immagino proprio ciò che accadrà nell’instante successivo, in modo che la composizione risulti armonica.
Continuo a scattare perché non voglio perdere quell’attimo. E poi mi fermo, ho sentito come un brivido: mente, cuore e macchina fotografica allineati, perfettamente posti sulla stessa frequenza.
Guardo lo schermo della Leica, l’immagine è ridotta, non nitida, non riesco a cogliere tutti i particolari che hanno ispirato la mia foto, Ma è la mia foto, quella che avevo immaginato. Proprio quella che, tra centinaia di immagini simili, avevo desiderato di scattare.